L’art. 34 della Costituzione italiana dichiara solennemente che «la scuola è aperta a tutti». Ciò vuol dire che nessuno può esserne escluso per motivi «di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» (art. 3). Di conseguenza la legislazione italiana è da tempo tra le più avanzate in materia di integrazione delle diverse abilità dei propri alunni.
Dall’integrazione, che per qualcuno può intendersi come assorbimento all’interno di un contesto già strutturato, si è passati oggi a parlare di inclusione, che contiene in sé anche un significato di accoglienza e apertura incondizionata all’altro. Ancora di più, una scuola inclusiva vuole essere una scuola in cui ognuno – dal normodotato al disabile – possa sentirsi a casa e possa trovare risposta alle proprie specifiche esigenze di educazione e di istruzione.
Per una scuola cattolica l’accoglienza è da sempre un fattore costitutivo, che nel caso delle varie forme di disabilità richiede specifiche competenze tecniche accanto alla naturale attenzione per i più deboli.
La nona Giornata Pedagogica i cui lavori sono stati aperti dal Prof. Ernesto DIACO direttore dell'ufficio nazionale per l'educazione la scuola l'università, è stata occasione per riflettere su questo tema con la presenza di due massimi esperti del settore: il prof. Dario IANES dell'Università di Bolzano e la prof.ssa Marisa R. PAVONE dell'università di Torino. Nel pomeriggio sono state presentate alcune esperienze di inclusione scolastica da parte di scuole cattoliche, il dibattito in plenaria moderato dal prof. Sergio CICATELLI direttore del CSSC ha concluso i lavori.
Nel corso della giornata è stato presentato il XVIII rapporto del Centro Studi " A scuola nessuno è straniero" ELS - La Scuola, 2016