Negli ultimi anni è sempre più dibattuto il tema del riconoscimento del merito del personale della scuola (ma anche di altre amministrazioni o organizzazioni private). È innegabile che le capacità e le competenze individuali di chi opera in un sistema possano fare la differenza e garantire la qualità del servizio, definendo – nel bene o nel male – l’immagine della stessa organizzazione. Nel caso di servizi a forte caratterizzazione relazionale, come la scuola, non si possono considerare del tutto intercambiabili gli insegnanti, fissando come criterio di valutazione solo il possesso di titoli di studio e di abilitazione. La professionalità è inscindibilmente legata alla persona e può variare anche molto, dalla semplice correttezza formale alla vera e propria eccellenza.
Un nodo fondamentale è il riconoscimento materiale del merito che ogni docente acquisisce nello svolgimento del proprio servizio: si può andare dall’incentivo economico alle differenziazioni di carriera. Se da un lato sembra superato l’automatismo dell’avanzamento legato alla sola anzianità di servizio, dall’altro la traduzione di un fattore prettamente qualitativo in termini quantitativi può produrre storture nel sistema inducendo ad applicare strumentalmente le regole solo in vista dei vantaggi economici e tradendo perciò le intenzioni originarie di valorizzazione della qualità.
La scuola cattolica è ancora più attenta al merito, cioè alla qualità, degli insegnanti, perché sono loro che realizzano quotidianamente il progetto educativo. Tra aspetti giuridici e pedagogici, tra dimensione contrattuale e professionalità educativa, il Seminario intende offrire spunti e discutere idee per migliorare il servizio offerto e le condizioni di lavoro delle scuole cattoliche.
Al mattino il dibattito si è confrontato sulle dimensioni “politiche” del problema, ponendo a confronto i maggiori rappresentanti istituzionali del settore. Al pomeriggio si è tracciato il profilo umano e professionale del docente di scuola cattolica.
Contributi dei relatori