dalla FAQ 1 - 20
1. L'anno scorso il portfolio era facoltativo e le scuole potevano decidere se adottarlo o no. Come mai quest'anno il portfolio - se abbiamo interpretato bene la circolare n. 84 ? è diventato obbligatorio?
La compilazione del portfolio delle competenze non è mai stata facoltativa. Anche l'anno scorso vi era l'obbligo di compilarlo, e le scuole, nella fase di avvio della riforma, potevano liberamente definirne struttura e modalità di gestione, tenendo conto comunque delle finalità dello strumento come disposto dalle Indicazioni nazionali. La tesi interpretativa secondo cui il portfolio delle competenze non era uno strumento obbligatorio è stata originata probabilmente da chi sosteneva che le stesse Indicazioni nazionali, che prevedono l'impiego del portfolio, essendo transitorie, non erano vincolanti. E con esse non avrebbe dovuto essere vincolante nemmeno il portfolio che è inserito e regolamentato dalle stesse. Si è trattato di una tesi illogica e illegittima, perché una norma, anche se transitoria, vale ad ogni effetto fino alla introduzione della norma definitiva. Le Indicazioni nazionali, allegate al decreto legislativo n. 59/2004, nei loro assetti pedagogici, didattici e organizzativi valgono a tutti gli effetti come Regolamento.
4. Quale parte del portfolio deve essere consegnata alle famiglie?
Tutto il portfolio, in ogni sua parte, deve essere mostrato alle famiglie nei tempi e nei modi che gli insegnanti deliberano. Ciò avviene durante tutto l'anno. Alla fine dell'anno scolastico, se la famiglia ne fa richiesta, il portfolio può esserle consegnato in copia.
5. C'è un ruolo per noi genitori nella gestione del portfolio oppure la scuola lo gestirà in via esclusiva senza consultarci?
Le linee guida per la compilazione e la gestione del portfolio delle competenze hanno individuato un ruolo importante delle famiglie le quali possono rilasciare annotazioni e osservazioni sui prodotti dei figli, ne osservano le modalità di apprendimento, indicano alla scuola i loro lavori ed elaborati significativi. La famiglia, oltre a visionare il portfolio, concorre alla sua compilazione come viene indicato esplicitamente in una delle parti "obbligatorie e a struttura libera", individuata come Modalità della cooperazione delle famiglie al processo educativo dell'alunno. Il contributo della famiglia ha anche lo scopo di fornire informazioni sulle competenze maturate dai figli in ambiente scolastico ed extrascolastico.
8. Nel nuovo documento di valutazione non viene più prevista la valutazione intermedia e finale degli apprendimenti, bensì quella degli obiettivi formativi. Mi va bene, ma chiedo: non si rischia che questa valutazione coincida con quella relativa alla convivenza civile e al comportamento?
La valutazione della convivenza civile e quella del comportamento concorrono certamente in buona misura alla valutazione complessiva degli obiettivi formativi. Hanno indubbiamente un aspetto di complementarietà rispetto alla valutazione conclusiva, pur nella specificità. La valutazione intermedia e finale potrà fare sintesi efficace degli elementi rilevati nella sezione della convivenza civile, del comportamento e dei complessivi livelli di apprendimento delle diverse discipline di studio.
9. Nelle linee guida per la compilazione del portfolio si afferma che i docenti "concorrono alla compilazione del Portfolio, coordinati dal docente tutor". Se la scuola non ha individuato ancora il tutor, a causa della mancata contrattazione nazionale, allora il portfolio non deve essere compilato. O no?
Nelle stesse linee guida si afferma però che "La tenuta e la compilazione del Portfolio sono rimesse alla responsabilità dell'istituzione scolastica e dei docenti dell'équipe pedagogica". La competenza è chiaramente dei docenti. L'eventuale loro coordinamento da parte del docente tutor nella compilazione del portfolio non va evidentemente inteso come condizione sine qua non, bensì come opportunità per rendere più funzionale tale adempimento. Sempre nelle linee guida si prevede a carico dei docenti una esplicita responsabilità diretta e personale, relativa alla definizione delle varie parti che compongono il portfolio, come, ad esempio, le osservazioni e i commenti su modalità e processi d'apprendimento dell'alunno, la selezione di prove e materiale per descrivere competenze personali, la valutazione degli apprendimenti, la certificazione delle competenze, le proposte di orientamento per le scelte degli alunni.
11. La circolare n. 84 relativa al portfolio non parla degli alunni in situazione di handicap. Per loro forse non è previsto?
In effetti la circolare non fa alcun riferimento agli alunni disabili e questo potrebbe far pensare che il portfolio non li riguarda. Non è così. Ogni alunno ha diritto al portfolio che, in quanto personale, registra il percorso individuale di ciascuno, i processi personali negli apprendimenti e nelle maturazioni, raccoglie e documenta i risultati e le esperienze personali più significative, valuta il raggiungimento degli obiettivi formativi (diversi e personali per ciascuno). Nel portfolio è inserito anche il documento di valutazione che, in base all'art. 318 del Testo Unico, prevede, come è noto, che nella valutazione degli alunni handicappati, sulla base del piano educativo individualizzato, siano indicati i criteri adottati per le varie discipline, nonché le attività integrative e di sostegno svolte.
12. Ad una prima lettura delle linee guida e dell'ampia modulistica allegata si ha l'impressione che la caratteristica prevalente del portfolio sia quella valutativa, con minima attenzione all'aspetto formativo e metacognitivo. È un'impressione o il rischio di questa unilateralità è fondato?
Il rischio che si può correre con un approccio superficiale è fondato e occorre davvero che le linee guida e la modulistica allegata siano oggetto di attenta lettura e riflessione. Si potrà in tal modo rilevare, ad esempio, che l'aspetto formativo ha notevole importanza nel portfolio, anche se concretamente la modulistica non ne propone modelli definiti di sostegno operativo. La sezione B della modulistica si limita ad elencare talune parti obbligatorie ma non ne riporta i relativi modelli, rimessi alla autonoma elaborazione delle scuole, dando l'impressione forse che tali parti siano secondarie o residuali. Esse invece intendono richiamare l'importanza della documentazione e della registrazione dei processi di maturazione e di apprendimento, della modalità di approccio personale alle conoscenze, della costruzione degli obiettivi formativi. E tutto ciò prima ancora che si pervenga a qualsiasi valutazione.
16. Il portfolio è sostanzialmente il nuovo contenitore destinato a raccogliere la scheda di valutazione, che esisteva già, e il nuovo certificato delle competenze. C'era proprio bisogno di inventare questo contenitore per due documenti che esistevano già e che comunque avevano e possono avere una vita propria?
Se davvero il portfolio fosse quel contenitore per raccogliere documenti di valutazione e di certificazione di cui si dice, sarebbe stato del tutto inutile inventarlo. Ma non è affatto così. È sì un raccoglitore, un contenitore, ma di ben altra documentazione, anche. Raccoglie documentazione selezionata delle esperienze di apprendimento dell'alunno, dei suoi modi di rapportarsi con le attività scolastiche e con la comunità in cui vive, registra osservazioni degli insegnanti sui processi e sui prodotti dell'alunno, raccoglie anche valutazioni dello stesso e della sua famiglia. È occasione e strumento formativo, prima di essere anche contenitore di documenti valutativi che, comunque, con i primi devono avere correlazione e rapporto di interdipendenza.
18. In quanto scuola paritaria (del settore primario) possiamo sentirci liberi dal seguire nostre linee applicative per la compilazione del portfolio oppure dobbiamo adottare le linee guida della circolare n. 84/2005 con i medesimi obblighi delle scuole statali?
Al termine della circolare n. 84 si invitano i direttori generali regionali a fornire opportuna informativa sia alle scuole statali che a quelle paritarie. Non si tratta di un semplice atto di cortesia o di invio per conoscenza alle istituzioni paritarie, bensì di una informativa inviata per competenza. Si ricorda che le istituzioni scolastiche paritarie, in forza del riconoscimento della parità, hanno l'obbligo di conformarsi completamente agli ordinamenti scolastici vigenti, secondo quanto previsto dalla legge n. 62/2000. Ci sono parti del portfolio (vede sezioni B e C della modulistica di riferimento) che lasciano ampio spazio di applicazione alle istituzioni scolastiche (statali e paritarie), ferma restando l'inderogabilità dei profili da assicurare.
20. Secondo quali modalità e tempi si può prevedere la collaborazione delle famiglie per la compilazione del portfolio?
Va ricordato, innanzitutto, in cosa consiste la collaborazione da parte delle famiglie. La circolare n. 84 precisa, in proposito, che, esse rilasciano annotazioni e osservazioni su prodotti e materiali significativi realizzati dai propri figli soprattutto in ambito non scolastico; osservano "modalità d'apprendimento e caratteristiche originali manifestate" dai propri figli anche in altri contesti; indicano lavori ed elaborati esemplificativi delle capacità e aspirazioni dei propri figli; formulano proposte di orientamento per le scelte dei propri figli.
Per quanto riguarda la modalità concreta di attuazione di questa collaborazione, è prioritario informare in assemblea di classe e/o per iscritto tutte le famiglie di questa opportunità offerta dall'introduzione del portfolio. I momenti di incontro individuale per raccogliere osservazioni, annotazioni e indicazioni sulle esperienze dei figli possono essere attuati in occasione delle assemblee di classe, oppure nei colloqui individuali con gli insegnanti programmati dalla scuola o con altra modalità autonomamente deliberata dalle scuole.