CENTRO STUDI PER LA SCUOLA CATTOLICA

FAQ 8

8/Le scrivo per avere un consiglio da un esperto: nella classe di mio nipote, che frequenta la scuola dell'infanzia, c'è un bambino con sindrome di Down, che ha 6 anni compiuti. Questo bambino è fisicamente un "gigante" rispetto ai piccolini e qualche volta è capitato che facesse loro dei piccoli graffi o gesti un po' […]
4 Aprile 2007


8/Le scrivo per avere un consiglio da un esperto: nella classe di mio nipote, che frequenta la scuola dell'infanzia, c'è un bambino con sindrome di Down, che ha 6 anni compiuti. Questo bambino è fisicamente un "gigante" rispetto ai piccolini e qualche volta è capitato che facesse loro dei piccoli graffi o gesti un po' bruschi.
Ci tengo a sottolineare che il bambino è bene integrato e che le insegnanti stanno facendo un ottimo lavoro.
Il problema è il seguente: mio nipote fa spesso domande sul suo compagno, lasciando la famiglia nell'imbarazzo di non sapergli rispondere. Ad esempio, ieri all'uscita da scuola mi ha raccontato esterrefatto "sai, zia, oggi P. rideva...anche lui sa ridere!"
Forse lei potrebbe aiutarci a spiegare a un bambino di 4 anni che cosa sia l'handicap, perchè il suo compagno non riesce a fare determinate attività, perchè alcune volte "non capisce"...
Avevamo intenzione di chiedere consiglio alla sua insegnante di riferimento, ma purtroppo il sostegno gli è stato concesso per la metà delle ore richieste (18 invece di 36) e non riusciamo a conciliare i nostri orari.

La Costituzione, fissa alcuni principi importanti. L'articolo 2 e 3, riconosce pari opportunità a tutti, in quanto cittadini della Repubblica e quindi allo stesso modo titolari di diritti; l¿articolo 30, 31, 33 e 34, sancisce il diritto allo studio e quindi lo stato, la famiglia devono garantire a tutti gli alunni, nessuno escluso, questo diritto.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità, in un suo manuale per una classificazione internazionale delle menomazioni, delle disabilità e degli svantaggi esistenziali, individua opportunamente tre momenti separati, ma coordinati, che intervengono in un processo invalidante:
la menomazione (o minorazione),
la disabilità,
l'handicap (o svantaggio).
La menomazione è un danno organico, una patologia che comporta una non esistenza, o cattivo funzionamento, di un arto o di una parte del corpo, una qualsiasi perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica.
La disabilità è la perdita di funzioni, di una capacità operativa, conseguente alla menomazione, ovvero qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere una attività nel modo o nell'ampiezza considerati normali per un essere umano.
L'handicap è la difficoltà che il menomato, o il disabile, subisce nel confronto esistenziale con gli altri, il disagio sociale che deriva da una perdita di funzioni o di capacità, la condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione o ad una disabilità che in un certo soggetto limita od impedisce l'adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all'età, sesso e fattori socioculturali.
Altri studiosi, nel definire l'handicap, hanno proposto due parametri di interpretazione:
medico-biologico: la persona portatrice di handicap presenta, come esito di un processo morboso, una menomazione permanente delle proprie condizioni fisiche e/o psichiche.
Sociale: viene considerato portatore di handicap l'individuo emarginato, o in via di emarginazione, per motivi non organici, bensì sociali.
Possono essere così definiti i soggetti disadattati, nei quali si rivela l'esistenza di traumi familiari o ambientali, i cosiddetti svantaggiati, colpiti da un complesso di sintomi irreversibili derivanti da cause socio-ambientali e culturali.
Altri ancora ritengono utile definire distintamente i termini deficit ed handicap in quanto l'uso di portatore di handicap genererebbe delle confusioni tra causa ed effetto, in quanto i due termini esprimono concetti diversi, quindi suggeriscono:
deficit per definire la condizione soggettiva e personale di chi, a causa di un evento traumatico o morboso, abbia subito una menomazione della propria sfera biologica o psichica con conseguente minorazione organica che comporta difficoltà di apprendimento e di relazioni interpersonali.
Handicap viene usato per esprimere la situazione oggettiva di difficoltà in cui viene a trovarsi il portatore di deficit nel processo di integrazione nella comunità, che è organizzata secondo standard di potenzialità o di prestazioni considerate normali, ed è evidentemente dipendente da un rapporto spazio temporale.
In altre parole un deficit è difficilmente annullabile, in quanto situazione soggettiva, non è una malattia dalla quale si può guarire, ma è uno scompenso o una imperfezione stabile, mentre l'handicap, in quanto oggettivo e dipendente dalla situazione, può essere aumentato, ridotto o anche annullato.
La legge italiana definisce:
Soggetti portatori di handicap i soggetti affetti da menomazioni fisiche, psichiche e sensoriali comportanti sensibili difficoltà di sviluppo, apprendimento, inserimento nella vita lavorativa e sociale e perciò anche nella scuola che della vita sociale, entro l'arco tre-diciotto anni, rappresenta, accanto alla famiglia, la più importante istituzione. (Sentenza della Corte Costituzionale n° 215 del 3 giugno 1987)
Soggetti handicappati i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, ... che abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà permanenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età. (Art. 2 Legge n° 118 del 30 marzo 1971)
Persona handicappata è colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. (art. 3 Legge n° 104 del 5 febbraio 1992).
Integrazione scolastica alunni disabili.
Alcuni riferimenti normativi.
C.M. 22.09.1983 N. 258, C.M. 3.9.1985 N. 250, C.M. 4.1.1988 N. 1, C.M. 22.9.1988 N. 262, L. 5.2.1992 N. 104, D.M. 9.7.1992, D.P.R. 24.2.1994, O.M. 9.3.1995 N. 80, O.M. 21.4.1997 N. 266, L. 20.1.1999 N. 9, D.M. 6.6.1999 N. 141, L. 22.3.2000 N. 69, O.M. 24.4.2000 N. 126,C.M. 11.7.2000 prot. N.577/D C.M. 20.10.2000 N. 235, C.M. 30.10.2000 N. 245, L. 8.11.2000 n. 328,O.M. 21.5.2001 N. 90, Sentenza Corte Costituzionale n. 226 del 4.7.2001, C.M. 20.7.2001 N. 125, L. 20.8.2001 N. 333, C.M. 13.9.2001 N. 139, C.M. 4.10.2001 N. 146, CIRC. AIPA 6.9.2001 N. 32, Intesa 8.11.2001, C.M. 9.11.2001 N.prot. 1370, Lettera CIRC. 12.11.2001 N.prot. 704, Nota Min.30.11.2001 n. prot.
3390, C.M. 30.4.2002 n. prot. 186 C.M. 17.7.2002 n. 81, Legge 27.12.2002 n. 289 art. 35 comma 7.
La sentenza n° 215 del 1987 della Corte Costituzionale opera una reinterpretazione della Costituzione per quanto attiene all'esercizio del diritto allo studio: l'articolo 34 della Costituzione viene reinterpretato affermando che l'istruzione debba essere garantita a tutti e non solo a coloro che possano anticipatamente essere definiti "capaci e meritevoli".
Questi ragazzi hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale, così come recita l'art. 38 della Costituzione Italiana.
L'integrazione non può mai essere indifferenziata né generica, giacché le condizioni di disabilità non so­no indifferenziate. Ci sono disabilità fisiche, disabilità psichiche e disabilità fisico-psichiche. Ci sono disabili­tà leggere, gravi e gravissime. Ci sono anche persone pluriminorate. Ogni persona disabile ha una sua storia, ha cause e condizionamenti specifici.
Anche nel disabile gravissimo, che non parla, non vede, non comprende, c'è qualcosa che lo può rendere felice o infelice o abbandonato, importante o marginale. E che per questo la qualità della vita non può essere garantita per alcuni e disattesa per altri. Ogni tipologia di disabilità reclama una specificità di intervento. Ogni persona ha titolo per accedere a un piano personalizzato di recupero e di in­serimento e per essere accompagnata in tutti i passaggi della vita.