CENTRO STUDI PER LA SCUOLA CATTOLICA

dalla FAQ 61-65

61. Vorrei chiedere chiarimenti in merito alla voce "informatica" all'interno del documento di valutazione: a) deve essere intesa come ulteriore disciplina? in tal caso chi è incaricato di insegnarla? Come si concilia con il curricolo obbligatorio di 27 ore settimanali? b) deve essere intesa come attività trasversale? In tal caso perché vengono indicati precisi contenuti […]
4 Aprile 2007


61. Vorrei chiedere chiarimenti in merito alla voce "informatica" all'interno del documento di valutazione:

a) deve essere intesa come ulteriore disciplina? in tal caso chi è incaricato di insegnarla? Come si concilia con il curricolo obbligatorio di 27 ore settimanali?

b) deve essere intesa come attività trasversale? In tal caso perché vengono indicati precisi contenuti da svolgere? tenuto conto poi che non tutti i docenti sono in grado di utilizzare il computer, come può intendersi come attività trasversale?

c) deve essere intesa come attività opzionale? in tal caso perché non è nella sezione degli opzionali? quali competenze si richiedono per l'insegnamento dell'informatica

c)      Chi la valuta?

 

La questione dell'informatica è stata posta da vari quesiti pervenuti. Come precisato nella FAQ n. 60, per la scuola secondaria di I grado l'informatica è compresa tra le discipline obbligatorie e i relativi OSA sono in tal senso appositamente individuati come conoscenze e abilità disciplinari specifiche. È pertanto giusto ritenere l'informatica non solo come attività trasversale e funzionale agli altriinsegnamenti, ma anche come oggetto di vero e proprio insegnamento disciplinare. Le Indicazioni nazionali (allegato C al decreto legislativo n. 59/2004) non individuano specificamente quali docenti debbano essere preposti a tale insegnamento, ma all'interno del quadro orario individua un'area pluridisciplinare che comprende matematica, scienze e tecnologia (ora ampliata di un'ora). È chiaramente in quell'area che deve essere individuato il docente preposto all'insegnamento (e alla valutazione) dell'informatica. Poiché, come ha precisato la circolare n. 29/2004, in via transitoria e in attesa della revisione delle

classi di concorso, i docenti di educazione tecnica sono assegnati all'insegnamento di tecnologia nel quadro degli insegnamenti previsti nell'area disciplinare "matematica, scienze e tecnologia", a loro, in via prioritaria compete tale insegnamento. Ad ogni buon conto spetta in via definitiva ad ogni istituzione scolastica, attraverso il dirigente, individuare chi, tra i docenti i docenti di educazione tecnica e quelli di matematica debbano (o possano) essere preposti all'insegnamento.

 



62. Si possono attuare progetti di informatica in una scuola dove nessun insegnante ha dato la disponibilità ad insegnare questa disciplina durante le ore curriculari? Un insegnante di sostegno che ha competenze in informatica può organizzare un'alfabetizzazione con gli alunni disabili della propria scuola?

 

Non viene riportata la prima parte del quesito, in quanto sostanzialmente simile a quanto richiesto nella FAQ n. 61.

L'informatica, in quanto disciplina a tutti gli effetti, va compresa e svolta all'interno dell'orario obbligatorio delle lezioni, mentre eventuali ampliamenti e approfondimenti possono essere effettuati nell'ambito delle attività facoltative e opzionali in orario aggiuntivo. Parlare quindi di disponibilità degli insegnanti ad insegnare informatica è improprio, perché, a cominciare dai docenti di educazione tecnica, essa è da comprendere tra gli insegnamenti obbligatori da affidare a docenti della scuola.

L'informatica non è una novità introdotta dalla riforma, perché gli interventi per la formazione degli insegnanti e per gli acquisiti delle strumentazioni costituiscono da almeno un decennio una consuetudine per tutte le scuole. L'insegnante di sostegno, nell'ambito dei propri compiti istituzionali nei confronti degli alunni disabili assegnati, può indubbiamente organizzare attività di alfabetizzazione nei confronti degli alunni disabili affidati o anche, in collaborazione con gli altri docenti di sostegno, a favore di quelli della scuola in cui presta servizio.

 



63. Leggendo tutti i vari documenti usciti e faq relative non risulta ancora chiaro se

l'incremento di 33 del monte ore di Inglese e Tecnologia sia:

A) valido per l'anno scolastico 2006-07?

a1) solo per le prime?

a2) tutte le classi in regime di riforma?

B) valido per l'anno scolastico in corso?

b1) solo per le classi prime?

b2) anche per le seconde medie?

 

La materia non riguarda direttamente il portfolio delle competenze. Le modifiche orarie conseguenti all'art. 25 del decreto legislativo n. 226 che incrementano di 33 ore annuali l'insegnamento della lingua inglese e di altre 33 ore l'area tecnologica non potranno che trovare formale attuazione dal prossimo anno scolastico con effetto su tutte le classi dei tre anni di corso della scuola secondaria di I grado. Nulla vieta che, già con effetto dall'anno in corso, i nuovi OSA di inglese e della seconda lingua comunitaria possano essere assunti nei Piani di studio.

 



64. Il collegio dei docenti, visto il punto 3 della C.M. 84 del 10/11/2005, tenuta presente la sezione B punto "e" dell'Allegato, "Modalità della cooperazione delle famiglie al processo educativo dell'alunno", può deliberare di sostituire la riproduzione, a cura dei docenti dell'équipe, delle attività e delle esperienze vissute dall'alunno in ambito non scolastico rappresentate in questa sezione a seguito delle segnalazioni delle famiglie, con una scheda, a risposte multiple e/o aperte, riguardanti "prodotti e materiali significativi realizzati dai propri figli soprattutto in ambito non scolastico.", da consegnare a casa ai genitori per poi inserirla nel portfolio?

 

Se il questionario ipotizzato serve ad integrare e ad arricchire il rapporto tra la scuola e le famiglie in ordine alla compilazione del portfolio, è certamente utile. Se conclude questo rapporto a distanza senza ulteriori elementi verificati direttamente ad personam, riduce al minimo il potenziale apporto delle famiglie. Si veda, ad ogni buon conto, la FAQ 33 nella quale l'ipotesi è stata oggetto di maggior approfondimento.

 



65. Nella circolare 29 esplicativa del decreto legislativo 59 si faceva riferimento ad un Profilo del bambino in uscita dalla scuola dell'infanzia come documento in corso di preparazione da parte del legislatore. In attesa di tale normativa orientativa nel nostro istituto non abbiamo realizzato un vero e proprio portfolio ma abbiamo utilizzato la raccolta della documentazione chiamata "valigia" per guidare il colloquio annuale finale con le famiglie e quello di passaggio alla scuola primaria. Ora ci ritroviamo all'improvviso inclusi nella preparazione di documenti valutativi scritti (registrazione delle osservazioni sistematiche!) non avendo chiaro il fine. La selezione delle miriadi di abilità/competenze/azioni prodotte dai bambini quotidianamente espone al forte rischio di etichettare un bambino in anni molto delicati condizionando la lettura della scuola successiva in merito alle capacità/intenzionalità/potenzialità di quel bambino. Certo, è affascinante l'idea che grazie alla valorizzazione formale delle osservazioni sia nel curricolo implicito che in quello esplicito dia un ruolo più importante e serio della scuola dell'infanzia anche e soprattutto agli occhi dei genitori che con più responsabilità dovrebbero poi prendere decisioni come la frequenza saltuaria, il pretendere che al proprio bambino non si faccia fare ciò che lui non ha voglia (anche se competenza fondamentale come tirarsi su e giù le mutandine!), ecc. Così come alla luce di queste rilevazioni formalizzate si possa arrivare a procedure di accettazione o rifiuto della famiglia che vorrebbe scegliere l'anticipo alla scuola primaria. Ma se queste non fossero le finalità, allora a che servono? Le insegnanti da molto tempo utilizzano griglie di rilevazione e scale di indicatori come guida per il confronto tra docenti che lavorano sugli stessi bambini e per orientare in itinere le attività didattiche ma questo non ha mai richiesto la necessità di una formalizzazione, al massimo sono state allegate al registro di classe dell'anno.

 

Riportiamo, in via del tutto eccezionale, per intero il quesito per le interessanti riflessioni espresse che meritano di essere conosciute anche dai numerosi lettori delle FAQ. In effetti era prevista la definizione del profilo del bambino all'uscita dalla scuola dell'infanzia che, come per il primo ciclo di istruzione avrebbe potuto meglio orientare e finalizzare l'azione formativa degli insegnanti e quella documentativi-formativa del portfolio delle competenze. Tuttavia, pur in assenza di tale profilo, gli insegnanti della scuola dell'infanzia possono trovare orientamento e finalizzazione dei loro interventi educativi all'interno delle Indicazioni nazionali, con particolare riferimento ai capitoli dedicati agli obietti generali del processo formativo e a gli obiettivi specifici di apprendimento, tra i quali ultimi, ci permettiamo segnalare, a come esempio, i paragrafi relativi a: Il sé e l'altro - Corpo, movimento, salute - Fruizione e produzione di messaggi - Esplorare, conoscere e progettare.

Il buon lavoro condotto con l'esperienza della "valigia" può essere continuato con il portfolio. Poiché la documentazione che veniva raccolta in precedenza non era certamente limitata ai soli prodotti del bambino, ma conteneva probabilmente riflessioni e valutazioni degli insegnanti, si tratta di continuare tale attività con le integrazioni, probabilmente non rilevanti, previste dalla circolare n. 84/2005.